Ha raccontato ai giovani arbitri la sua battaglia contro un  linfoma non Hodgkin, la sofferenza fisica e psicologica,  la gioia per la rinascita e il ritorno alla vita. Protagonista dell’incontro Antonio Oro, 50 anni, di Lecce, maresciallo della Guardia di Finanza di Pescara, testimonial della sezione interprovinciale Pescara-Teramo dell’Ail, l’Associazione italiana contro le leucemie , i linfomi e il mieloma ospite della sezione di Chieti dell’Aia, l’Associazione italiana arbitri. Oro, che dopo l’esperienza della malattia si è dedicato anima e corpo allo sport partecipando a maratone e gare faticosissime,  ha portato la sua testimonianza nell’ambito di una serie di iniziative che sta promuovendo per sostenere la ricerca scientifica per la cura delle malattie ematologiche e che culmineranno, nel mese di giugno, in una percorso in cui metterà ulteriormente alla prova la sua preparazione atletica affrontando 500 chilometri in bicicletta per raggiungereTaranto da Pescara. “Sono stato inviato dal presidente Gianluca Rutolo che mi ha chiesto di spiegare ai giovani come si possono raggiungere traguardi importanti, come un Iron Man completo, con la forza di volontà – spiega Oro – I ragazzi hanno seguito con tanta attenzione facendomi moltissime domande. Mi auguro che la mia testimonianza sia servita a far comprendere loro  l’importanza della solidarietà e del sostegno che bisogna garantire alla ricerca scientifica per migliorare la qualità della vita dei malati e dare nuove speranze a chi lotta per la vita. Alla fine dell’incontro mi  è stata donata una maglietta ufficiale da arbitro con la firma di tutti i componenti della sezione e una dedica che mi ha commosso poiché c’era scritto: ‘Ad Antonio guerriero e grande esempio di vita’.” Le iniziative organizzate da Antonio Oro serviranno a raccogliere fondi a sostegno della Fondazione Gimema, che venne costituita dal professor Franco Mandelli per combattere le malattie ematologiche nell’adulto e che ha in corso, attualmente, uno studio importantissimo, il ‘LAL2217’,  teso a contrastare una forma molto aggressiva di leucemia.